
L'attività di Abba Cornaglia prosegue veloce, senza freni:
fantasia e bravura tecnica gli consentono di essere molto attivo come operista
e autore di musiche da camera. Nel 1877 termina il suo primo melodramma dal
titolo “Isabella Spinola”, su libretto scritto da Crispino Jachino, poeta e
scrittore alessandrino, padre di “Burina e Michina”, personaggi da leggenda popolare mandrogna.
Alla morte di Vittorio Emanuele II, Margherita di Savoia,
moglie di Umberto I, diventa regina: è coetanea di Pietro Abba Cornaglia ed
emerge la sua grande stima per l'artista alessandrino, anche perchè
quest'ultimo le dedicò due composizioni. La regina Margherita prova una “cotta”
artistica verso il nostro concittadino, che lui ricambia mettendosi a
disposizione della casata. Ma cosa avranno in comune la regina, personaggio
reazionario, promotrice della repressione delle rivolte popolari dell'epoca e
il nostro compositore, frequentatore degli ambienti scapigliati milanesi,
spirito anarchico e anticonformista?
Probabilmente Abbà Cornaglia fu favorevolmente impressionato
dal fatto che Margherita di Savoia gestiva un circolo culturale che le valse i
consensi di poeti ed intellettuali in genere, anche di coloro appartenenti alle
ideologie più radicali.
Intanto la sua grande opera “Isabella Spinola” debutta al
Teatro Carlo Felice di Genova e viene replicata per dieci serate. L'altra opera
ballo in quattro atti di Abbà Cornaglia, “Maria di Warden”, attira parole di
grande approvazione da parte di Antonio Carlos Gomes, ovvero il migliore musicista brasiliano dell'
'800 nonché il primo compositore non europeo i cui lavori furono apprezzati ed
accettati nel nostro continente ed in Italia.
Gomes parla della musica di Abbà Cornaglia come di “un
lavoro sobrio ed originale” e si stupisce di come ancora giovane, Pietro avesse
tutta questa vena artistica da far esplodere.

Nel 1888 Pietro Abbà Cornaglia si sposa con una sua ex
allieva, Elisa Costa, i due vanno ad abitare in via Pontida, al civico 6.
L'attività del nostro compositore è frenetica, ad Alessandria organizza e
dirige diverse iniziative tra cui il concorso nazionale delle bande.
Facendo un passo indietro, c'è da sottolineare che Abbà
Cornaglia era dal 1880 che ricopriva il ruolo di organista nel seminario,
nonché direttore del coro maschile. Inoltre aveva aperto una scuola privata di
musica.
Ma un triste destino attendeva l'artista alessandrino e la
propria famiglia: il 2 maggio del 1894, in seguito ad un'infezione per
un'appendicite non diagnosticata, Pietro Abbà Cornaglia muore, lasciando la
moglie ed il figlio Maurizio, di 5 anni. Quest'ultimo, grazie ad uno zio,
prosegue le orme del padre, immerso nella passione per la musica; ma di
mestiere farà l'ingegnere. Maurizio muore nel 1983, all'età di 94 anni.
Quella che è l'eredità artistica di Pietro Abbà Cornaglia,
Maurizio la dona al Conservatorio di Alessandria, dove è stato allestito un
museo proprio dedicato a questo grande musicista.
Riepilogando le opere del maestro, contiamo diverse
composizioni per pianoforte, in particolare romanze; poi una ventina di brani
di musica sacra, tra cui “Messa di Gloria”, per coro e organo, la messa da
Requiem in memoria di re Carlo Alberto, “Magnificat a due parti” per tenore e
baritono, “Salve Regina” (coro a cappella) e “Inno al Sacro cuore”. Le opere
teatrali composte da Abbà Cornaglia sono tre: “Isabella Spinola”, Maria di
Warder” e “Una partita a scacchi”. Poi diversi scritti, tra cui “Impressioni di
un viaggio in Germania” e una conferenza per il Teatro di Alessandria, redatta
nel 1881, dal titolo “Storia e filosofica della musica”.
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