
Il compositore aveva regolare contratto di lavoro e la sua
paga era 200 lire del conio di Milano. La sua attività nella Cattedrale
mandrogna proseguì fino al 1772; cinque anni prima di quella data compose un
motivo a contralto e strumenti che lo fece conoscere su un vasto territorio.
Nel 1765 Demachi si era spostato a
Casale Monferrato, alle dipendenze dei conti Sannazzaro, un'antica famiglia che
ebbe notevole potere politico tra Pavia e i paesi monferrini. I Sannazzaro chiesero
composizioni musicali al nostro artista in un periodo che va dal 1768 al 1773,
anni in cui l'alessandrino tenne buoni
rapporti con Federico di Sannazzaro. L'esperienza casalese fu un vero e proprio
trampolino di lancio per un personaggio che veniva descritto come riservato, ma pieno di verve musicale e
dallo spiccato intuito, doti che gli permisero di trasferirsi a Ginevra
lavorando come primo violinista della prima orchestra professionista della
città svizzera, ovvero la “Societè de Musique”. Erano gli anni in cui il primo
violino, ovvero il violino concertante,
da principale diventa un elemento a sé,
che si contrappone all'orchestra. E Demachi fu tra i primi a palesare
questa “rivoluzione”.

In Germania avvenne l'incontro che rappresentò il picco più
elevato della carriera di Demachi: all'età di cinquant'anni le sue musiche vengono ascoltate dall'allora
ventiduenne Wolfgang Amadeus Mozart,
reduce dall'amara esperienza parigina, in cui perse la madre. Un Mozart ancora
abbattuto per il decesso della cara, viene ospitato in terra teutonica dal
barone Friedrich Melchior, dove entra in contatto con il lavoro del Demachi. Il
famoso compositore austriaco venne impressionato dalla musica dell'alessandrino
al punto che volle collaborare con lui, ma il progetto svanì per la
partenza forzata di Mozart per Salisburgo.
Demachi intanto continua la propria carriera di compositore,
sia di brani dall'elevata qualità artistica che di musiche popolari. Già prima
dell'incontro con Mozart, si era recato a Parigi dove scrisse sei sonate per
violino e basso continuo, poi realizzò quattro sinfonie concertanti, dieci
concerti per violino e diverse ouverture orchestrali. Il basso continuo, specialità
del Demachi, aveva una forte connotazione barocca, ovvero legata a quel
progetto che molti musicisti, tra cui Vivaldi,
portarono a compimento nella seconda metà del secolo XVII, intersecando in modo innovativo qualità,
gusto ed estetica, modellando una concezione artistica i cui risultati oggi
ritroviamo nel classicismo musicale. Con la vena barocca la musica composta dal
Deamchi risulta asimmetria, quasi
contraddittoria, ma stupefacente e pronta a
meravigliare.
Si trovano suoi manoscritti a testimoniare sue opere anche
per la comunità tedesca di Mecklenburgische Schweiz, per la biblioteca
vescovile di Ratisbona, in Baviera ed è presente pure un documento musicale
del Demachi nella Library of Congress di
Washington ed un altro nell'Università della California.
Gli ultimi concerti Giuseppe Demachi li tenne a Londra, ciò
a sottolineare la sua propensione ad essere spirito randagio ed assai lontano
da quello che ora potremmo chiamare il “jet set” di quell'epoca.
E fu proprio a Londra che il nostro compositore morì,
presumibilmente all'età di 65 anni, ovvero nel 1791.
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