Il suo primo “manager” fu un conoscente di Frugarolo, che la
accompagnava a Morano Sul Po, dove c'era una pista sulla quale correva nella
Formula Escort. Prima ancora aveva guidato i go karts, passaggio obbligato per
la stragrande maggioranza dei piloti.
Le sue qualità le consentono, nel 1968, di passare alla
Formula 3, prima importante tappa della sua carriera. Nel 1970 vince il
campionato italiano nella Formula 850, un successo che le consente di
partecipare nel '71 al campionato inglese della Formula Ford.
Nel 1974 Lella Lombardi passa alla Formula 5000: parliamo di
competizioni con bolidi particolarmente potenti (era una categoria dove
monoposto di diversa origine gareggiavano insieme). In questa categoria Lella
prende parte alla Rothmans Championship, che prevedeva 18 gare. Al termine del
campionato arrivò con un ottimo quinto posto. Le 5mila non erano tanto diverse
dalla Formula Uno, anzi: così un importante manager le propose di passare alla
massima categoria delle vetture monoposto, portandola nella scuderia inglese
della Brabham. Non riuscì nell'intento di qualificarsi per il Gran Premio
d'Inghilterra. Ci riprovò nel 1975 su una March, sponsorizzata dalla Lavazza,
Si capì subito con con quel motore Lella avrebbe messo a dura prova la presunta
superiorità dei maschi: contro di lei si schierano autorevoli piloti e più di
un giornalista. Tutto andava bene fino a
quando la nostra “impavida scheggia” sembrava rimanere in un contesto di
meritevoli prestazioni, senza però pestare i piedi ai colleghi maschi, ma
appena Lella dimostra di poter vincere anche con bolidi di massima categoria,
allora inizia a diventare un personaggio scomodo. In una conferenza stampa del 1975 non usa
mezze parole per denunciare questo clima astioso nei suoi confronti, quasi a
volersi levare un peso dallo stomaco. Le ostilità però caricano ancora di più
Lella Lombardi, che nel marzo di quell'anno, nel gran premio del Sudafrica,
riesce a qualificarsi . Dopo Maria Teresa De Filippi (pilota degli anni
cinquanta) è l'unica donna a correre un
Gran Premio. Ma è costretta al ritiro. Ci riprova nel GP di Spagna, a
Barcellona: queste sono pagine di storia dello sport, in un misto di gioia,
dramma, record, fumo, rombi e odore acre di benzina che brucia. E' il 27 aprile
del 1975, Lella Lombardi, sul circuito
del Montjuich e a bordo di una March 751, riesce a qualificarsi per il Gran
Premio, a 7'' dalla pole di Niki Lauda. In quel weekend i piloti boicottano le
prove per protestare contro il pessimo stato delle barriere di sicurezza.
Fittipaldi decide di non partecipare, mentre Merzario ed altri si fermano volontariamente
al primo giro. Il Parco del Montjuïc è collocato su di una collina ed il
circuito si sviluppava sul lato settentrionale di questa. Il tracciato misurava
3.791 metri e partiva dalla Recta de Las
Fuentes, posta alla base della collina, per poi salire lungo larghe strade e
curvoni veloci come La Pergola, Pueblo Español e Sant Jordi, passando vicino
allo Stadio Olimpico, dove il circuito scollinava per rituffarsi verso il
traguardo. Prevedeva pure una curva a 90° denominata Guardia Urbana. Al 25°
giro c'è il dramma: la Hill del pilota tedesco Rolf Stommelen perde l'alettone,
che schizza in alto come un proiettile, purtroppo l'instabilità fa piombare l'auto sulla folla. Sono quattro
i morti e diversi i feriti, tutti tra il pubblico. Quattro giri dopo la
direzione di gara decide di fermare la corsa: ai piloti è assegnato un
punteggio dimezzato. Lella Lombardi a quel punto era sesta, dietro a Jochen
Mass, Jacky Ickx, Carlos Reutemann, Jean Pierre Jarier e al suo amico Vittorio
Brambilla. Conquista così mezzo punto ed entra nella storia dello sport,
diventando fino ad ora l'unica donna ad aver centrato la zona punti in un GP di
Formula Uno.
Lella dopo Barcellona si qualifica in altri nove GP, senza
però centrare punti.
Nel 1976 torna alla Formuna Uno, ottenendo un buon 14° posto
al GP del Brasile. Nell'ultima sua gara nella massima serie è 12a in Austria.
Per Lella Lombardi la carriera prosegue nella categoria
Worrld Sportcar Championship dove, fino al 1981 si fa valere con buoni
risultati. Partecipa alla 24 ore di Le Mans, alla 6 ore del Mugello, alla 6 ore
di Vallelunga e di Silverstone, alla 24 ore di Daytona, alla 500KM di Monza,
alla 250 di Imola e, nel 1979, è quarta
su Osella (in coppia con Giorgio Francia) nella 24 ore di Daytona. Sempre nello
stesso anno vince la 6 ore di Pergusa. Nel 1981 primeggia con Giorgio Francia alla
6 ore del Mugello e giunge quinta nella 100 KM di Brands Hatch. Tra l' '82 e
l'85 la nostra pilota si concentra sul campionato europeo Turismo, vincendo una
quindicina di competizioni. Nel 1986 ci sono le prime avvisaglie della
malattia: un cancro. La operano e lei, ancora con i punti “freschi”, decide di
partire per la Spagna per l'ennesima gara.
Nel 1988 Lella Lombardi si ritira dalle competizioni
diventando team manager della scuderia omonima.
Nel 1992 il male ritorna, feroce ed aggressivo, viene
ricoverata al San Camillo di Milano (città dove abitava ormai da tempo): poco
dopo mezzogiorno del 3 marzo di quell'anno, Lella Lombardi muore. Le altre
donne che hanno gareggiato in Formula Uno (senza però centrare la zona punti)
sono Maria Teresa De Filippis (negli anni '50), la britannica Divina Galicia
(anni '70), la sudafricana Desiré Wilson (anni ottanta), e nel 1992 Giovanna
Amati. Donne entrate nella storia dell'automobilismo. Lella Lombardi, invece, è
entrata nella leggenda.
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