Per chi negli anni settanta era un ragazzino «vorace» di
televisione, il nome di Romolo Siena rappresenta qualcosa di “mitologico”: un
simbolo, che ti induce leggerezza, semplicemente nel sentirlo citare. Un'icona,
che sapevi lì, intramontabile, come le figurine Panini, gli ovetti Kinder o i
giornalini di Paperino. Romolo Siena è stato un pioniere della TV, regista di
varietà leggeri ed eleganti, che hanno fatto la storia della televisione
italiana.
Il suo nome era un frequentissimo “allegato” all'annuncio
delle signorine buonasera di tantissimi programmi.
E' uno dei personaggi, nati ad Alessandria, che la nostra
città spesso dimentica, presa dalle comprensibili frenesie del «qui ed ora».
Nacque tra Tanaro e Bormida il 18 aprile
del 1923: entra nel mondo della comunicazione giovanissimo, come giornalista
della Gazzetta dello Sport. La “rosea” gli fa seguire il Giro d'Italia.
Un'esperienza che consente a Siena di viaggiare in lungo e in largo per il
nostro paese, conoscendo usi, abitudini, pensieri ed idee degli italiani. Nel
1953 inizia a lavorare nel servizio televisivo italiano. E' tra i precursori
della tivvù vera e propria, visto che ufficialmente il primo programma della
Rai emette il vagito il 3 gennaio del 1954.
A 35 anni a Romolo Siena
viene data la regia di quel simbolo della televisione che fu «Lascia o
raddoppia?», che rappresentava la versione italica del format francese «Quitte
ou double?». Un successo straordinario! Con Mike Bongiorno che al sabato sera
sapeva far evolvere puntata dopo
puntata, incollando milioni di italiani alle sedie, davanti a quello strano
aggeggio, per allora, che era l'apparecchio a valvole.
Così firmò la regia di vere e proprie icone della tivvù:
varie edizioni del Festival di Sanremo, Canzonissima, Campanile sera, che
metteva in competizione una località del nord ad una del sud, di fatto dando vita alla prima grande
rivalità campanilistica della televisione.
Romolo Siena costruiva la regia dei programmi con la
pazienza di un certosino e la disciplina di un artigiano. Non dava spazio
all'improvvisazione, alla spettacolarità scontata e a quel folclore, tipico di
molte trasmissioni di oggi, senza arte ne parte. Lui sapeva che fare
televisione è una disciplina vera e propria e non un moto soggettivo e
arbitrario, senza metodi e tecniche. Così i programmi diretti da Siena erano
semplici, ma netti, chiari, con tempi e dinamiche visive gradevoli e un risalto
dei protagonisti sempre impeccabile. Insomma, Romolo Siena era un
professionista della televisione discreto ed delegante, sensibile ed
intelligente, che non si imponeva mai su conduttori, attori e protagonisti
delle trasmissioni, ma sapeva condurli e indirizzarli con l'autorevolezza di
chi è ridondante di intuizioni e di idee efficaci.
E intanto arriva la fine degli anni sessanta: in televisione
la reazione alle contingenze politico sociali è la ricerca del nuovo,
sfuggendo più che si può dal banale. E
chi, meglio di Romolo Siena, può fare una tivvù così? E' il regista di «Diamoci
del tu», trasmissione con Caterina Caselli, del così detto “happening
televisivo” «Speciale per voi», condotto da Renzo Arbore, poi ancora perle volanti nell'etere, con Rita Pavone, Peppino
De Filippo e Adriano Celentano.
Negli anni settanta la televisione italiana si fa più
matura. Non vuole prendersi troppo sul serio, ma al tempo stesso si tiene ben
lontana dal “nazional popolare”, tipico del decennio successivo. Sono gli anni
in cui Romolo Siena diventa il regista di «Tante scuse» (1974), con Sandra
Mondaini e Raimondo Vianello, «Ancora tante scuse» (1975), «Noi No...» (1977),
«Io e la Befana» (1978), «Stasera niente di nuovo» (1981), insomma del meglio
del varietà.
Romolo Siena aveva la capacità di guidare personaggi
straordinari che hanno fatto la storia della della canzone e del cinema (fece
il regista di trasmissioni che annoveravano Yves Montand, Ella Fitzgerald, Anna
Proclemer, Renato Rascel) e personaggi agli esordi ancora timidi e impacciati,
che con la guida di Siena seppero sempre dare il meglio di sé. Come un giovane
Massimo Boldi in «A tutto Gag» (1979), che comprendeva anche Sydne Rome agli
esordi, alla quale Romolo Siena diede la
possibilità di esprimersi con tutta la
propria versatilità artistica. Sempre in «A Tutto gag» “esplose” l'ironia di Simona Marchini, a cui
il nostro regista diede la possibilità di dimostrare di non essere una ricca
signora (la Marchini era figlia di un noto imprenditore e moglie di un
calciatore di serie A) in vena di
capricci e di manie di televisione, bensì un' attrice vera, capace di
interpretare con immensa efficacia le caricature di noi italiani.
Proprio in «A tutto gag», Siena incrociò un altro
personaggio molto legato ad Alessandria, scomparso recentemente, ovvero Daniele
Formica.
Una passione del regista alessandrino è stata la TV dei
ragazzi: negli anni settanta diresse «Il dirigibile», trasmissione condotta dal
cantante Mal e da Maria Giovanna Elmi.
Romolo Siena si è spento il 27 maggio 2004: Alessandria
dieci giorni prima gli aveva conferito
l'attestato di civica benemerenza, come ultimo atto di riconoscenza
verso un personaggio che ha saputo dare molto al costume di noi italiani, per
la sua professionalità ma anche per il suo modo d'essere, leggero, discreto,
elegante.
Il figlio, Pierfilippo, lavora anche lui nello spettacolo,
occupandosi di post-produzione, e attraverso il sito www.romolosiena.com, vuole mantenere
viva la memoria del proprio papà.